Viaggiare finché c’è fiato in gola

btrhdrZaino in spalla, scarpe comode e sguardo piegato sulla cartina per cercare di orientarsi nel mezzo di una gran confusione che sembra, però, non crear loro alcun fastidio. Si allontanano lentamente, come se dovessero gustarsi ogni passo, rendere omaggio alla storia di ogni lastra di pietra che calpestano.

Sono rimasto a guardare questi due anziani viaggatori andare via, come si farebbe con un amico che sta per partire per un lungo viaggio sperando di rivederlo ancora. Avrei dovuto fermarli, chiedere da quanto tempo fossero in viaggio e ringraziarli per avermi donato una speranza. Invece ho scattato questa foto, senza voler mancare di rispetto, ma per avere la possibilità, guardandola, di mantenere viva la speranza che è possibile viaggiare finché c’è fiato in gola. Che c’è la possibilità di rimediare ai tanti “c’è tempo” detti fino ad ora. Per mantenere viva la speranza che arriverà il momento per recuperare i tanti viaggi rimandati perché “ora non è possibile”. Grazie anziani viaggiatori e buon viaggio!

Mi piacciono i libri di carta, le magliette con i disegni, le matite ed il vino, quello buono. Leggo, cammino, scrivo.

4 pensieri su “Viaggiare finché c’è fiato in gola

  1. Bellissimo articolo… i due anziani viaggiatori assurgono a simbolo della voglia di non mollare mai e sono la prova vivente che l’età è null’altro che un semplice numero che, in valore assoluto, può anche non significare nulla. Finché c’è voglia di mettersi uno zaino in spalla e camminare per le strade del mondo, ciò significa che si è giovani nell’animo, a prescindere dal dato meramente anagrafico 🙂

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