La favola della Torre di Belém

Il cielo blu è trafficato da nuvole in continua trasformazione. Il prato intorno sembra un tappeto, steso apposta per potersi sedere e restare a guardare questo castello in miniatura che ha le sembianze di un vascello ancorato alla riva del fiume Tago. Potrei non entrare: nulla di quello che c’è dentro può essere più bello di quello che si vede da qui.
La Torre di Belém è un omaggio alla bellezza: le pietre bianche che luccicano al sole, le mura merlettate. E’ come un vestito elegante indossato da una bella donna, Lisbona, una città a tratti malinconica, fatta vibrare perennemente dalla brezza dell’oceano, che si fa amare a prima vista.

Decido di affrontare la coda ed entrare. Attraverso il ponte levatoio ed entro in un racconto fatto di battaglie e prigionieri, di cannoni e banchetti reali, di sale e terrazze circondate da un paesaggio che non si dimentica.

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Da lontano, la piccola Torre di Belém diventa un minuscolo gioiello di pietra che fa risplendere la sua favola.

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Mi piacciono i libri di carta, le magliette con i disegni, le matite ed il vino, quello buono. Leggo, cammino, scrivo.

5 pensieri su “La favola della Torre di Belém

  1. Che bella la Torre di Belém. L’ho sempre considerata l’emblema di Lisbona, con questi spazi spesso enormi e vuoti, ma pieni di storia, di cultura e di significato — vedi Praça do Comércio, così diversa dalle piazze a cui siamo abituati in Italia 😊

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