I due lati di Cabo da Roca

Mentre mi avvicino al faro, ho la sensazione di muovermi nel letto di un fiume. Come le sue acque, sono attratto dall’estuario, trascinato dalla corrente; non c’è più modo di tornare indietro, non è possibile cambiare strada.

Il faro controlla la scogliera a picco sull’oceano. È il confine tra i due lati di Cabo da Roca. Uno è quello delle copertine, delle foto su Instagram (anche io ne ho una). Quello delle attese per uno scatto dal punto di vista migliore, quello dove vanno tutti. La forza della natura è evidente. La potenza con la quale il mare si scaglia contro la scogliera, è inequivocabile. Il vigore con il quale le acque vengono contrastate dalla roccia, lascia senza parole.

Poi c’è l’altro lato, inspiegabilmente desolato. Quello meno facile da raggiungere. Una distesa di verde intenso dove il caldo che sale dalla terra ed il vento freddo che arriva dal mare, mi lasciano senza forze. Non riesco ad addentrarmi, ad arrivare alla scogliera. Resto ad occhi chiusi e mi lascio abbracciare da questo luogo carico di energia.

Le nuvole si abbassano, la foschia copre il faro. È ora di andare.

Mi piacciono i libri di carta, le magliette con i disegni, le matite ed il vino, quello buono. Leggo, cammino, scrivo.

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