Barcollando tra “la fine del mondo e il paese delle meraviglie”

IMG_20180614_192954.jpg

Per la prima volta ho vacillato. Stavo per cedere lasciandomi risucchiare dalla realtà. Stavo per chiudere il libro e dire basta. Ma Murakami è talmente assurdo che devi andare fino in fondo.

 

D’ora in poi lei sarà il Lettore dei sogni, Si dimentichi il suo vero nome.

Se la maggior parte delle persone si esprime in maniera ambigua, è perché in fondo al cuore è in cerca di guai, ne sono fermamente convinto.

Provai a immaginare il mio cranio senza carne ne’ pelle, svuotato del cervello e posato su uno scaffale, mentre il vecchio ci batteva sopra con delle molle in alluminio. Una sensazione stranissima.

Nessuno può tenere la propria ombra in questa città, e chi vi entra non può uscirne più. […]. E fu così che persi la mia ombra.

Non c’è nulla che mi piaccia di più di quel breve intervallo di tempo che va da quando mi infilo nel letto a quando mi addormento. Mi porto qualcosa da bere, ascolto musica, leggo qualche pagina. E’ un piacere immenso, come un bel tramonto o l’aria pura e pulita.

Ho paura che lei e la sua ombra finiate per riattaccarvi l’uno all’altra. E in tal caso bisognerebbe ricominciare tutto da capo.

Dimentichi la sua ombra. Qui è la fine del mondo, da qui non si va da nessuna parte.

La fine del mondo. Il problema era che non riuscivo assolutamente a ricordarmi ne’ la ragione ne’ lo scopo per cui avevo abbandonato il mio vecchio mondo ed ero venuto in quel posto. Qualcosa, qualche forza mi ci aveva portato. Qualche straordinaria e assurda energia. Così avevo perso la mia ombra, i miei ricordi, e adesso stavo per perdere il mio cuore.

Apri di più il tuo cuore, non sei prigioniero. Sei un uccello che vola nel cielo alla ricerca dei sogni.

Nessuno, genio o imbecille che sia, può vivere entro i limiti del proprio mondo. Per quanto profondo sia il sotterraneo dove si va a nascondere, per quanto alto sia il muro dentro il quale si rinchiude, verrà sempre qualcuno a scovarlo.

Se si ha fiducia che tutto andrà per il meglio, nulla fa più paura a questo mondo, – disse lei. Col passare degli anni, sono sempre meno le cose in cui si ha fiducia, – risposi. – Come i denti, a forza di strofinarci sopra si consumano. Non è che si diventi cinici, e nemmeno scettici, semplicemente ci si consuma.

…sono stato privato dei miei strumenti di valutazione, dei miei ricordi, come posso fare confronti?

Io sono sofferente nel corpo, ma tu sei sofferente nel cuore. Prima di tutto devi guarire. Altrimenti saremo entrambi rovinati prima di andarcene di qui. Io per conto mio rifletterò, ma tu devi fare tutto il possibile per salvarti. E’ questa la cosa importante.

Quando sono in preda alla confusione, io guardo sempre gli uccelli, – disse. – Osservandoli mi convinco  che ho ragione. Perché non hanno alcun nesso con la perfezione della città.

Ma cos’è l’identità? È l’originalità del sistema di pensiero basato sull’insieme dei ricordi delle esperienze passate. Più semplicemente la si può chiamare lo spirito. Non esistono due persone con lo stesso spirito.

Delle stelle non serbo alcun ricordo. A pensarci bene, erano mesi che non alzavo gli occhi a guardarle. Se negli ultimi tre mesi fossero scomparse tutte quante dal cielo, di sicuro non me ne sarei nemmeno accorto. […]. A quel pensiero mi dissi che avevo condotto una vita ben limitata e assurda.

Qui ognuno di noi scava una fossa pura. Azioni senza scopo, sforzi che non portano progressi, percorsi che non hanno una meta finale. È fantastico, non trova? Nessuno reca danno a nessuno. Nessuno caccia via nessuno. Nessuno vince, nessuno perde.

Una volta che avrò abbandonato il suo cuore, però, arriverà la tranquillità. Una pace profonda quale lei non avrà mai provato.

La perfezione di questa città è basata sul fatto che i suoi abitanti non hanno sentimenti. Avendo perso il cuore, ogni essere è chiuso in un tempo allungato all’infinito. Per questo nessuno invecchia, nessuno muore.

Ma se non ci sono tutte queste cose brutte, significa che non c’è nemmeno il loro contrario. La gioia, la felicità, l’amore.se c’è la delusione è perché c’è la speranza, se c’è la tristezza è perché c’è la sua controparte, la gioia. Non esiste da nessuna parte la felicità senza delusione.

Mi bastava abbandonare al vento il mio cuore, come gli uccelli. Perché non potevo buttarlo.

E poi chi mai cercava la lealtà? Nessuno. Forse soltanto io. Però che senso aveva una vita senza lealtà?

Quella era la fine del mondo, e non aveva sbocco. Lì il mondo terminava, e quietamente si fermava.

 

Mi piacciono i libri di carta, le magliette con i disegni, le matite ed il vino, quello buono. Leggo, cammino, scrivo.

4 pensieri su “Barcollando tra “la fine del mondo e il paese delle meraviglie”

  1. Ho letto questo libro lo scorso anno. Non aveva mai letto nulla di Murakami e sono rimasto intrappolato in un mondo fantastico in un modo del tutto inaspettato. È una lettura magnifica!

  2. In questa lettura ho vacillato per alcune pagine, ma non sono riuscito a venir fuori dal mondo surreale di Murakami. Grazie di essere passato per queste pagine.

  3. Questo articolo mi è piaciuto tantissimo! Grazie Paco per scrivere sempre delle tue letture, dai suggerimenti a chi, come me, è sempre in cerca di nuovi spunti. Il fantastico di solito non mi attira, io leggo sempre storie vere. Però hai stuzzicato la mia curiosità

    1. Grazie Ely, leggere Murakami mi obbliga a mettermi in contatto con la parte più profonda di me stesso, a fare i conti con l’assurdità della vita e del farne parte. Sapere di stuzzicare la tua curiosità, mi rende felice. Ti ringrazio, a presto.

Rispondi